gite scolastiche e questioni di principio

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  1. paniscus
     
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    CITAZIONE (alfaalfa @ 6/3/2012, 19:14) 
    Di la verità ti eri fatto il conto di andar li e cazzeggiare ore in sala professori eh :rolleyes:

    No, veramente nel caso specifico di quest'anno non me ne poteva fregare di meno, perché ho preso dei giorni di permesso personale (non pagati) che mi spettavano di diritto e che mi servivano da tempo, e ho scelto di prendermeli proprio in quei giorni, APPOSTA per creare meno disagio possibile all'utenza, e per non far perdere alle mie classi delle normali ore di lezione utili. Mi era già capitato due o tre anni fa, nell'altra scuola, ed ero stata apprezzata per aver fatto una scelta opportuna. Nelle altre occasioni, in cui ero regolarmente presente a scuola, solitamente sono stata impegnata a fare sostituzioni nelle classi che non erano in gita, ma i cui insegnanti erano assenti perché andavano ad accompagnare altri gruppi...

    Se pensi che il cazzeggiare in sala professori sia una cosa appetibile e attraente, vuol dire proprio che di vita scolastica non sai nulla. Per quanto mi riguarda, è una cosa che personalmente considero un incubo, che faccio di tutto per evitare, e dovendo proprio scegliere tra le due cose, preferirei di gran lunga andare in classe anche se ci sono quattro gatti.

    Lisa
     
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  2. raffina7s
     
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    CITAZIONE (alfaalfa @ 6/3/2012, 19:14)
    A me pare assai opinabile il tuo punto di vista, la gita è una attività didattica facoltativa, cosi come altra attività facoltativa alcuni la svolgono ed altri no, coloro che non la svolgono fanno comunque qualcosa e mi pare doveroso che sia garantita la didattica.
    Che poi si decida, per mere considerazioni di opportunità e pragmatico buon senso di non magari andar avanti con il programma o che non si voglia "infierire" interrogando i pochi sfigati un giorno si e l'altro pure mi paiono considerazioni condivisibili ma frutto di un evidente compromesso, magari possono essere occasioni per attività di approfondimento o di ripasso.
    Siceramente mi stupisco del tuo stupore, pensavo che la tua posizione fosse diamentralmente opposta....

    sottoscrivo anche le virgole e aggiungo che altrettanto mi stupisce da parte tua il concetto "stai a casa e porti la giustifica" come imposizione. se mi obblighi a stare a casa non porto la giustifica (sì, lo so che la giustifica non è altro che la presa d'atto eccecc). altrimenti decido io e SE decido di stare a casa porto la giustifica.

    r
     
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  3. paniscus
     
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    Sarà che io non ho assolutamente mai pensato alla giustificazione come imposizione "umiliante". Per me è semplicemente un automatismo, dove starebbe il problema? Non hai partecipato all'attività programmata, per rispettabilissimi motivi tuoi che nessuno ti contesta, e quindi lo dichiari, tutto lì...
     
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  4. alfaalfa
     
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    Io non è che non capisca le tue ragionevolissime argomentazioni Lisa, ne che le trovi strumentali, fatico solo a capire la "questione di principio", infatti mi pare che il principio ( astratto e teorico) strare in direzione diametralmente opposta, le tue considerazioni sono inveterata prassi, ma il principio proprio non c'entra.
     
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  5. lind@
     
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    Quando mia figlia è andata a scuola natura una settimana i compagni che non ci sono andati sono comunque andati a scuola, smistati nelle altre classi
     
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  6. flitzer
     
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    Anch'io mi stupisco del tuo stupore. Da noi (in Germania) le gite non sono obbligatorie ma chi non va in gita viene a scuola, e se non viene deve portare la giustificazione. Altrimenti se ne starebbero tutti a casa a poltrire.

     
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  7. mary_n
     
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    CITAZIONE (raffina7s @ 6/3/2012, 18:42) 
    non capisco quali passaggi ti facciano arrivare qui.
    CITAZIONE (paniscus @ 6/3/2012, 18:24) 
    Ma una soluzione del genere significa esclusivamente una cosa: sancire ufficialmente che la gita non è un "viaggio di istruzione" che fa parte dell'attività didattica pianificata per quella classe, ma è solo una vacanza qualsiasi, e che l'accompagnatore non fa da insegnante, ma da puro e semplice animatore turistico... mentre l'insegnante che non accompagna la gita, fa da babysitter.

    per me è esattamente l'opposto: siccome la gita è attività didattica a tutti gli effetti se non ci vai non stai a casa in vacanza ma vai a scuola, dove magari può pure capitare che invece di essere semplicemente parcheggiato in qualche classe ti fai per esempio un'attività di recupero o di approfondimento, dato che l'insegnante è lì a disposizione (almeno qualcuno e almeno in teoria).

    se poi l'alunno non vuole andare a scuola mica gli puoi puntare il fucile. sta a casa e porta la giustificazione. ma non vedo cosa ci sia di diverso da ciò che dici tu.
    tu dici che quando uno non va alla gita sta a casa e porta la giustifica. se è sancito che deve stare a casa perchè deve giustificare?

    aggiungo che scuole ne ho girate un po' ed è sempre stato così: se non vai in gita o vieni a scuola o porti la giustifica.

    r

    concordo... anche da noi e' sempre stato cosi'...
    ed e' anche la situazione piu' logica...
    uno puo' avere mille motivi per non partecipare alla gita (soldi, problemi in famiglia per cui uno non puo' allontanarsi da casa... i piu' svariati), ma siccome la gita e' scuola... se non ci si va, si continua ad andare a scuola...
    se si decide di stare a casa, siccome non e' vacanza e i compagni, appunto, NON sono in vacanza ma stanno facendo scuola altrove, si giustifica l'assenza...
    questo dal punto di vista dello studente... figuriamoci per l'insegnante.. che e' pagata per fare quelle ore, ci manca che stia a casa perche' la classe e' via.. (a parte che si applica pochissimo questo ragionamento, perche' la maggior parte degli insegnanti non ha un'unica classe ma diverse, quindi... via una, si continua a fare lezione nelle altre e al max nelle ore della classe assnte fa supplenza nelle classi rimaste scoperte..
    ad es da mio figlio, domani sono in gita gli insegnanti di musica e inglese, quella di matematica li sostituisce... in quella di mia figlia non so, visto che anche lei ha musica... )

    mary_n
     
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  8. paniscus
     
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    Mary_n, faccio presente che non mi sono assolutamente MAI sognata di dire che gli insegnanti dovrebbero stare a casa. MAI. Ma tu hai voluto mettercelo per forza, inventandotelo di sana pianta, giusto per spalare l'ennesimo schizzo di fango sulla categoria.

    Ho detto esattamente il contrario, e cioè che trovo giustissimo che l'insegnante in quei giorni lavori, facendo regolarmente lezione nelle classi che non sono in gita, o sostituendo i colleghi assenti nelle altre, e che questo è normalissimo e che lo sa anche il muro. Semplicemente, parlavo degli alunni della classe che va in gita, NON degli insegnanti, e NON degli alunni delle altre classi.

    E siccome garantisco di aver visto fare diversamente in altre scuole, per quasi dieci anni... come minimo vuol dire che la normativa è ambigua e che ogni istituto si regola come gli pare, e che entrambe le scelte sono legittime. Invece qua pare che io sia la visionaria che si è inventata un'assurdità che non si era mai vista da nessuna parte...

    Lisa
     
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  9. mary_n
     
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    CITAZIONE (alfaalfa @ 6/3/2012, 21:03) 
    Io non è che non capisca le tue ragionevolissime argomentazioni Lisa, ne che le trovi strumentali, fatico solo a capire la "questione di principio", infatti mi pare che il principio ( astratto e teorico) strare in direzione diametralmente opposta, le tue considerazioni sono inveterata prassi, ma il principio proprio non c'entra.

    il principio e' la continuita' didattica... che sia a scuola o in gita...

    e poi, davvero non capisco il concetto della "mia classe" specie alle superiori... mica si e' alle elementari che la maestra ha una classe sola...
    per una "tua classe" che e' via, ci saranno tutte le altre, sempre "tue" che sono a scuola... e ci sno anche quelle che sono a scuola perche' nn avevano gita ma a cui mancano gli insegnanti a groviera... e quindi vanno coperte...

    cmq, ho "imparato" una cosa che volevo chiedere... e cioe' i permessi delle insegnanti... cioe', visto che le "vacanze2 delle insegnanti estive, natalizie, pasquali ecc... sono lunghissime... mi domandavo come fossero gestiti gli altri permessi... perche' ci sono rimasta :yikes: quando una mia amica ha preso una settimana, in pieno periodo scolastico, per andare a farsi un viaggio di una settimana a new york...

    mary_n

    CITAZIONE (paniscus @ 6/3/2012, 22:47) 
    E siccome garantisco di aver visto fare diversamente in altre scuole, per quasi dieci anni... come minimo vuol dire che la normativa è ambigua e che ogni istituto si regola come gli pare, e che entrambe le scelte sono legittime. Invece qua pare che io sia la visionaria che si è inventata un'assurdità che non si era mai vista da nessuna parte...

    Lisa

    io comincio quasi ad avere dei dubbi sulla stessa esistenza di una normativa che possa dirsi tale...
    visto che ogni plesso fa a ca..o suo...
    da tuttissimi i punti di vista...
    scolastici e non...
    perche' per es, la mia scuola di prima organizzava al pom attivita' a pagamento proposte da un gruppo di genitori, scelte unicamente da loro... per i ragazzi... poi, siccome gli faceva comodo, hanno allargato le attivita' e i ritrovi anche agli adulti... fino ad organizzare le pizzate, fra loro, nei locali della scuola, alla sera, in occasione delle volte che magari si erano riuniti a parlare di una iniziativa...

    ecco... c'e' qualche nromativa che dice che uno puo' tenere la scuola aperta, la sera, perche' un gruppetto piccolo a piacere decide di farsi portare la pizza e mangiarla a scuola??

    ecco... credo che sarebbe una lettura interessante, questa fantomatica normativa...

    gli orari che si vogliono, indirizzi di studio del tutto inventati, imposizione dell'indirizzo musicale a tutta la scuola o viceversa, assenza totale dello stesso...

    quella del comportamento in caso di gite, mi sembra giusto una delle uniche cose in cui tutte le scuole sono uninimi (tranne le tue ex)

    mary_n
     
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  10. paniscus
     
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    CITAZIONE (mary_n @ 6/3/2012, 23:02) 
    cmq, ho "imparato" una cosa che volevo chiedere... e cioe' i permessi delle insegnanti... cioe', visto che le "vacanze2 delle insegnanti estive, natalizie, pasquali ecc... sono lunghissime... mi domandavo come fossero gestiti gli altri permessi... perche' ci sono rimasta :yikes: quando una mia amica ha preso una settimana, in pieno periodo scolastico, per andare a farsi un viaggio di una settimana a new york...

    Nel mio caso specifico, sono dei giorni residui di congedo parentale (ossia di maternità facoltativa), che non avevo mai sfruttato prima, che sono rigorosamente non pagati perché i figli hanno più di tre anni, e che non sono AFFATTO esclusivi degli insegnanti, ma che può prendersi qualsiasi lavoratore dipendente, sia pubblico che privato, senza che nessuno possa rifiutarglieli, pur di avvertire due settimane prima.

    Siccome ne avevo diritto, e mi servivano, ho ritenuto più corretto prenderli nei giorni in cui quasi tutte le classi sono in gita, dato che molte scuole superiori usano proprio di compattare tutte le gite nello stesso periodo (sempre nel caso specifico, io ho attualmente quattro classi, delle quali tre vanno in gita contemporaneamente nella stessa settimana), proprio per evitare interruzioni didattiche più significative, e li ho scelti appositamente per rientrare proprio nel giorno in cui ho più ore nell'unica classe che non ci va.

    Contenta della giustificazione?

    O davvero non eri a conoscenza dell'esistenza del congedo parentale, o magari pensavi che esistesse solo per gli insegnanti?

    Lisa
     
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  11. alfaalfa
     
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    Lisa, ma perchè rispondi all'unica ( marienne) che sta portando argomentazioni irragionevoli ed ignori tutti gli altri che pacatamente ti hanno espresso il loro parere ?
     
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  12. paniscus
     
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    Veramente mi pare di aver risposto, soprattutto a raffina, e pure a te...
     
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  13. alfaalfa
     
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    Eh però merienne da più soddisfazione ... come ti capisco :P
     
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  14. paniscus
     
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    E vabbè, una che è convinta che un insegnante possa liberamente prendersi una settimana continuativa di permesso quando cavolo vuole, me la dovrei far sfuggire?
     
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  15. Pongi.
     
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    A me non è proprio chiaro il motivo della diatriba. Nel momento in cui le gite sono un'attività facoltativa, per quale motivo chi non ci va dovrebbe starsene a casa?
    La cosa avrebbe un senso solo se fossero obbligatorie, ma se così fosse per organizzare una gita ci vorrebbe il parere unanime delle famiglie. E nella classe elementare di Nina era così: o tutti, o nessuno. Se c'erano genitori che si rifiutavano di mandare i figli la gita non si faceva.
    Adesso che sono alle medie, invece, le gite sono facoltative, va chi vuole e gli altri vanno a scuola.
     
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59 replies since 6/3/2012, 18:24   4138 views
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