albero di Natale

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  1. paniscus
     
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    Circa un paio di mesi fa è stato onorevolmente messo in pensione l'albero di Natale che ci aveva accompagnato per i SETTE anni precedenti, sopravvivendo eroicamente in un grande vaso in terrazza anche attraverso le estati più calde. In realtà, per essere vivo, lo è ancora, ma quest'anno aveva cominciato a soffrire talmente tanto che non ce la siamo sentita di imporgli un turno in più: la parte alta della pianta sembra ancora vitale, le gemme nuove ha sempre continuato a buttarle, ma le radici nel vaso non c'entravano proprio più, e parecchi ramoscelli bassi avevano cominciato a seccarsi.

    Per cui, è stata organizzata una spedizione familiare sulle montagne dell'apennino aretino, zona di origine dei nonni, per trapiantare l'abete nella terra libera, in un clima invernale più congeniale.

    Pare che la cosa sia andata bene, io non ci sono più stata ma mio padre sì, e dice che l'ha trovato abbastanza pimpante.

    Insomma, per la prima volta dopo tutti questi anni, ieri se ne è insediato in casa un altro.

    Purtroppo non sono riuscita a ritrovare esattamente la stessa specie, nemmeno dallo stesso vivaista dell'altra volta, che non ne aveva più. Ne abbiamo preso uno più simile possibile, e incrociamo le dita.

    Se dovesse sopravvivere miracolosamente quanto il primo, ce lo ritroveremmo fino a quando Maddalena avrà 20 anni e Giuliano 17 :)

    saluti
    L.
     
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  2. jangie
     
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    Noi, non avendo spazio per un albero vero, ogni anno andiamo a caccia di rami di abete o simili già tagliati nelle campagne circostanti (è una scusa per fare una gita) e poi decoriamo quelli. Che a fine festa si buttano in maniera "pulita". Ormai è diventata tradizione, era iniziata per scherzo quasi...
     
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  3. barbara.1972
     
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    finchè ho avuto la casa in campagna ho sempre preso alberi veri che poi finito il natale piantavo nella terra, una volta venduta la casa non avendo più dove piantarli ho optato ahimè per l' albero finto
    non vorrei demoralizzarti ma secondo me con il primo sei stata moolto fortunata, il segreto sta nel comprarli al vivaio e sceglierli quando sono ancora nella terra di solito quelli che vendono nei vari brico ecc. hanno le radici talmente compromesse che difficilmente arrivano all' epifania


    Nella casa dove abitano i miei hanno un piccolo rettangolo di terra ma una cosa proprio misera, negli anni 80 abbiamo piantato un piccolo , all' epoca, alberello di natale, dicendo "tanto non prende", visto le estati afose che fa da noi e d il fatto che nel giradino di casa non circola molta aria. E' andata a finire che era diventato alto come una casa di tre piani e quest' anno putroppo siamo stati costretti a tagliarlo in quanto si era pericolasamente inclinato verso il giardino del vicino.
     
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  4. paniscus
     
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    Beh, intanto spero che l'albero vecchio trapiantato in montagna ce la faccia, almeno quello...

    Nello stesso spiazzo c'è ancora un pino piantato da mio nonno 40 anni fa (che a sua volta ne aveva sostituito un altro che era vissuto per i 50 anni precedenti)! Ma quelli erano appunto trapianti naturali di alberelli spontanei cresciuti nel bosco, non trasferimenti di emergenza di prodotti da vivaio industriale!

    Quanto agli alberini di Natale con un minimo di radici, credo che il segnale decisivo sia di riconoscere quelli che, per tutto il periodo delle feste, chiusi in una casa riscaldata, non persono aghi quasi per niente.

    Se cominciano a seccare subito dopo pochi giorni, non c'è speranza... ma se sopravvvivono per tre o quattro settimane buttando pochissimi aghi, allora vale la pena di provare a metterli all'aperto in un vaso più grande e aspettare qualche mese, ricordandosi di annaffiarli parecchio nei periodi in cui piove poco.

    Un paio di anni fa io e mio marito ne avevamo salvato un altro che avevamo trovato abbandonato vicino a un bidone dell'immondizia, perfettamente integro, pochi giorni dopo capodanno; l'abbiamo piantato in un giardino ad accesso pubbbico del quartiere, aperto a qualsiasi iniziativa di quel tipo, ma che all'epoca aveva pochissima possibilità di gestire l'annaffiatura, ce l'ha fatta fino a giugno ma poi ha ceduto.

    La soglia critica è il sopravvivere alla prima estate, se ce la fanno allora diventa abbastanza facile che se ne facciano più di una.
     
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  5. leura58
     
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    C'è un terreno, nel paese dove ho vissuto da piccola, con tutti gli alberi di Natale della mia infanzia.... Chissà se ci sono ancora...
    Volevo fare qualcosa di simile con mio figlio ma, in tutti questi anni, non siamo riusciti a salvarne neanche uno😢
     
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4 replies since 20/12/2016, 18:55   208 views
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